Google+ Pazzi per il Cinema: 43. Amiche da morire (2013)
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martedì 9 settembre 2014

43. Amiche da morire (2013)

Sapete, dalla pagina di amministrazione del sito posso vedere quante visualizzazioni ottengo per pagina. Ovviamente le recensioni dei film più recenti o chiacchierati portano ad una maggiore affluenza di lettori. Mentre articoli su robetta tipo quella che dà il titolo all'articolo passano relativamente più inosservati. Ora, dato che mi aspetto poche visite, quale occasione migliore per un rapido ragionamento fatto così, tra pochi intimi.
Sia chiaro, non ce l'ho nello specifico col film in questione. Mi domando solo se è mai possibile che l'Italia, la patria di Risi, Monicelli e De Sica, si sia ridotta a fare film tanto superficiali. Spiegatemi perché cavolo la qualità dei nostri lavori è in caduta libera ormai da decenni. Le pellicole meritevoli si contano sulle dita di una mano, soprattutto se parliamo delle sceneggiature. Sono rimasti davvero in pochi a sapere come si narra una storia. Quelli tra voi maggiormente appassionati della settima arte conosceranno sicuramente le varie tecniche utilizzate per costruire personaggi efficaci, rendere bene i dialoghi e dare il giusto peso alle varie sequenze. La cosa triste è che in queste pellicole non si fa altro che attuare punto per punto tali "trucchi". Un po' come quando a scuola conoscere i gusti della prof. di italiano permetteva di confezionare temi ad hoc per prendere facilmente la sufficienza. E sapete quale è la cosa triste? Pare che funzioni. Leggo da Wikipedia che Amiche da morire ha vinto un Globo d'oro per la sceneggiatura, dei Ciak d'oro per le attrici protagoniste ed il Premio Flaiano per la Capotondi.

MA STIAMO SCHERZANDO?
Da quando in qua premiamo la mediocrità?

Ora, non sono un critico professionista e probabilmente sarò cieco io a non vedere la bellezza di questa pellicola, però due paroline a chi è del mestiere le voglio dire. Se per un anno non sapete a chi assegnare un premio perché i concorrenti sono tutti poco meritevoli sapete che potreste fare? NON ASSEGNARE IL PREMIO!

Visto però che siete arrivati a leggere fino a qui, due paroline specifiche sul film le dobbiamo pur spendere, no? Ebbene sappiate che c'è veramente poco da dire. Siamo di fronte al tipico film che quando ti domandano "com'è" puoi rispondere solo "carino" e chiuderla lì. Vedete, il punto di forza di queste pellicole è che non hanno difetti evidenti.
La storia è simpatica.
Gli attori sono decenti.
La regia è fluida.
Un compitino, appunto, da portare al produttore e farsi dare la tanto agognata sufficienza.
Sfortunatamente un film né bello né brutto rimane nel limbo della mediocrità, destinato a drenare via dalla memoria già ai primi titoli di coda. Stereotipi come se piovesse e risate a denti stretti completano il quadro su una pellicola vacua e relegata a prodotto stagionale.

Consigliato a:
Chi da grande vuole fare il critico cinematografico. Dovete imparare a riconoscerli 'sti prodotti visto che ve li faranno premiare.

Sconsigliato a:
Chi non guarda molti film. Se già siete tra quelli che ne vedono pochi, fate in modo che siano memorabili. Non importa se memorabili in quanto splendidi oppure memorabili perché orrendi, l'importante è che non siano mediocri come questo qui.

3 commenti:

  1. Alessandro mio ormai le pellicole degne proprio di una certa importanza , se ne vedono poche..pur avedo spesso degni protagonisti..
    Sarà il periodo infame, che ci fa scegliere, brodini ritriti, fatti con leggerezza e a volte con poco impegno...?
    Speriamo sia il periodo passeggereo, anche se tantro passeggero non mi sembra!
    Bacio campione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai proprio ragione.
      Pazienza, non ci resta che sperare che questo periodo passi in fretta...

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  2. Appartiene al genere FARSA (chiamata "commedia" dai nostri poduttori)
    Capotondi improponibile come siciliana
    Sabrina Impacciacosa se la cava meglio (pur essendo romana parla bene il messinese, come già il livornese in IO E NAPOLEONE)

    RispondiElimina

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