Continuano le recensioni dei film di Tarantino. Oggi impareremo che ci sono cose che un blogger non deve mai fare. Una di queste è non inimicarsi il proprio pubblico. Quindi mi son detto: queste due recensioni mettiamole qui e pubblicizziamole poco e niente, magari le notano in pochi...
29. Four Rooms (1995)
Film in quattro episodi scritti e diretti da altrettanti registi ed ambientato in un hotel. Un istrionico Tim Roth nei panni del neoassunto fattorino fa da fil rouge alla vicenda. Tarantino ha lasciato libertà assoluta agli altri tre suoi colleghi con risultati un po'... Vabbè, analizziamo nel dettaglio le quattro mini storie e giudicate voi.
Suite luna di miele - "Strano Intruglio"
L'inutilità fatta pellicola. Non c'è altro da aggiungere. "Trama" sterile, interpretazioni da Razzie Awards ed effetti visivi superflui. Nemmeno i seni allo stato brado che pervadono la vicenda riescono a risollevare le sorti di questo ignobile primo episodio. Cominciamo male...
Stanza 404 - "L'uomo sbagliato"
... e continuiamo peggio. Io mi domando: chi li ha scritti i dialoghi? Un liceale? No, li ha scritti Alexandre Rockwell. E chi cavolo è Alexandre Rockwell? Nessuno. È questo il punto. Alexandre Rockwell non è nessuno e si vede. Il confine tra "surreale" e "str**zata" è assai labile, e stavolta è andata male. Malissimo.
Stanza 309 - "I maleducati"
Rodriguez alla regia finalmente inizia a far decollare un film che finora ha viaggiato col freno a mano tirato. Audace la scelta di usare attori bambini e climax di eventi della tipica commedia degli errori ben si amalgamano fino al finale a sorpresa. Non sarà un capolavoro ma almeno si lascia guardare.
Attico - "L'uomo di Hollywood"
A cosa servono una tavoletta di legno, tre chiodi, una balla di spago, un secchiello di ghiaccio, una ciambella, un panino ed un'accetta? Ebbene, a meno che non siate dei fan sfegatati di Hitchcock (o di Roald Dahl), la curiosità unita alla tracotanza verbale dello stesso Tarantino vi terranno incollati alla poltrona per i venti minuti scarsi che dura questo quarto ed ultimo episodio. Scritto, diretto ed interpretato da Tarantino, L'uomo di Hollywood varrebbe da solo la visione dell'intera pellicola. Perché uso il condizionale? Per due motivi. Numero uno, il resto oscilla tra l'inutile ed il perdibile passando per l'insulso. Numero due, la comicità slapstick di Tim Roth che pervade l'intero film potrebbe non piacere a tutti.
Voto:
La frase:
Ok Ted, presta attenzione. Io farò due mucchietti qui sul bancone, un mucchietto è già tuo e l'altro mucchietto potrebbe diventare tuo.
30. Jackie Brown (1997)
FERMI!
Lo so che l'occhio vi è già caduto sul voto in fondo all'articolo ma lasciatemi spiegare.
Jackie Brown l'ho visto più volte, l'ultima l'altra sera in compagnia, ed a quanto pare l'unico a non apprezzare questo film sono io... Vedete, dobbiamo dare atto a Tarantino di avere il pregio della semplicità. Mi spiego meglio. I soggetti dei suoi film sono sempre incredibilmente semplici. Per dirne una, ne Le iene il soggetto è "Una rapina va storta e i ladri sospettano che ci sia un infiltrato tra loro". Punto. Ma è proprio quando un soggetto è semplice che puoi sbizzarrirti nella sceneggiatura e tirare fuori il genio che è in te. Puoi modificare l'ordine cronologico delle sequenze oppure inserire dialoghi lunghi dieci minuti senza correre il rischio di far smarrire lo spettatore. L'avevano capito Hitchcock e Truffaut. Oggi l'hanno capito Nolan e lo stesso Tarantino. Tuttavia in questa pellicola si è voluto correlare la verbosità dei dialoghi tarantiniani con una trama un filo più complessa del solito. Risultato? Per esporla completamente si deve necessariamente rallentare il ritmo della narrazione. Questo a casa mia si legge "noia".
Bene, adesso premo il tasto "pubblica" e vado subito in aeroporto. Il volo per l'Indocina parte fra due ore.
Voto:
La frase:
Prova solo a fare una mossa falsa e ti ritrovi il cervello sulle mie tende.