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lunedì 5 giugno 2017

Recensione Assassin's Creed (2016)

La trama in 50 parole
I ricordi dei nostri antenati sono impressi nel nostro DNA. Collegandosi ad un supercomputer chiamato Animus è possibile riviverli, dando così uno sguardo al passato dal punto di vista dei nostri avi.
Il Rinascimento, le crociate, la rivoluzione francese... Le porte della Storia sono aperte alla nostra sete di conoscenza.

Geniale, non trovate?
Capirete quindi le mie alte aspettative quando fu data la notizia di una trasposizione cinematografica della saga videoludica di Assassin's Creed. E non sarebbe stata una produzione da quattro soldi. Michael Fassbender, Marion Cotillard e Jeremy Irons avrebbero preso parte al progetto! Cosa poteva andare storto?
Ho sempre pensato che se un film risulta godibile e coerente con se stesso poco importa se la fedeltà all'opera originale viene meno. Non mi frega niente se il "salto della fede" proposto nel film non centra nulla non l'originale Ubisoft. Funziona uguale. Così come funzionano altri mille dettagli più o meno diversi. Una cosa però stride. E non perché dissimile dal videogioco. Parliamo di un vero e proprio difetto di sceneggiatura che danneggia l'intera pellicola, relegandola di fatto nella mediocrità.

Gente che salta nel fieno
Quando nel gioco il protagonista si "sincronizza" con un ricordo del passato, gode di una certa libertà di azione. Egli può esplorare in libertà il ricordo stesso. Tuttavia, agendo in maniera troppo dissimile rispetto ai fatti reali, la "sincronizzazione" si perde, impedendo così di raggiungere l'informazione desiderata. Chi si collega all'Animus dovrà pertanto SCEGLIERE di agire in una certa maniera. Se nel passato il nostro antenato ha ucciso un uomo, questa azione dovrà essere eseguita nuovamente. Si dovrà partecipare attivamente all'omicidio, con tutti i dilemmi morali che ne derivano.
Questo nel film non accade.
Nel film il ricordo viene vissuto in maniera passiva. Il Fassbender del presente non ha alcun potere decisionale su quanto accade all'interno dell'Animus. Egli si limita a rivivere il ricordo e basta.
Questo depotenzia enormemente il protagonista, facendogli perdere spessore e carattere. Tutte le sequenze all'interno dell'Animus, i pericoli e le sfide perdono mordente proprio perché noi spettatori sappiamo già che saranno superate automaticamente. Insomma, come guardare un film nel film.

Consigliato a:
Chi cerca un film d'azione senza pretese.

Sconsigliato a:
Chi non è abituato a chiudere un occhio sulle sceneggiature mediocri.

EDIT 06/08/2021
Videorecensione 😝


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