Google+ Pazzi per il Cinema: 70. La grande bellezza (2013)
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martedì 29 ottobre 2013

70. La grande bellezza (2013)

È come quando guardi in quei meravigliosi occhi nocciola. Il cuore accelera, il respiro si ferma e la Terra, indecisa sul da farsi, sussulta nel suo moto e ti è difficile restare in piedi.
Avete presente quella sindrome secondo la quale l'estasi provata di fronte a grandi opere d'arte può provocare un mancamento? Ecco, senza peccare di eccesso posso affermare che qui siamo di fronte ad un'opera in grado di suscitare tali emozioni. Perché vedete, queste sono le medesime sensazioni che proviamo quando siamo innamorati, quando improvvisamente il mondo intorno a noi scompare e ci sentiamo leggeri come l'aria.

Cominciamo subito col dire che la regia è magnetica e completamente asservita alla sceneggiatura. Sorrentino bilancia la plasticità della Roma storica col dinamismo quasi eccessivo delle inquadrature a lei dedicate per poi passare a riprese asciutte ed oggettive quando deve illustrare la società contemporanea, estremamente vitale fuori ma culturalmente cadaverica dentro. Perfetto ponte tra queste due realtà che abitano Roma è il protagonista, Jep Gambardella, che vive in equilibrio sul confine che separa questi due mondi. Esteriormente impassibile, rivela essere il libero pensatore al quale tutti noi aneliamo. Servillo dà vita ad un personaggio poliedrico ed affascinante, giudice e vittima dei tempi odierni. Bisogna prendere atto che La grande bellezza non sarebbe il film che è se non fosse per lui.
Signori, questa pellicola è allo stesso tempo feroce critica e dichiarazione d'amore per la nostra capitale capace di lasciare nello spettatore una nota di amarezza dovuta alla consapevolezza di vivere in tempi di assoluta decadenza e di non fare abbastanza per evitarlo.

Consigliato a:
Chi ama il cinema italiano come quello di una volta, quello di Monicelli, di Risi o di Fellini. Quello che per troppo tempo è stato accantonato a favore di prodotti di ben più bassa lega. Inoltre, sappiate che questo film è stato scelto per rappresentare l'Italia ai prossimi Academy Awards e, se posso sbilanciarmi, l'Oscar come miglior film straniero non è mai stato tanto vicino come adesso.

Sconsigliato a:
Chi non ama il Cinema impegnato, che giudica impietosamente le nostre vite. Le generazioni future studiando i tempi in cui viviamo troveranno ne La grande bellezza la scatola nera del disastro nel quale si trova l'odierna società.

4 commenti:

  1. Spero di sbagliarmi (tifo per LA GRANDE BELLEZZA con tutta l'anima, ci mancherebbe...) ma non credo che piacerà ai giurati dell'Academy.
    Da quelle parti non è piaciuto molto neanche LA DOLCE VITA: gli incassi furono modesti e i critici non si entusiasmarono; per questo si decise di candidare all'Oscar KAPO' di Pontecorvo (almeno la nomination fu raggiunta). Piacque invece OTTO E MEZZO (Oscar) perché c'era più Romagna e c'erano meno francesi...
    Concordo sull'amarezza che si prova nell'accostare la Roma di oggi con quella di Fellini: da una parte Bach, dall'altra Raffaella Carrà.

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    1. E anche tu hai ragione... Diciamo che la mia romantica speranza nasce dal fatto che negli ultimi anni abbiamo presentato spesso prodotti che definire agghiaccianti è un eufemismo mentre questa volta portiamo un film che è allo stesso tempo "colto" e "fruibile". Poi se non gli piace pazienza, io penso che non ci sia bisogno di un premio per dimostrare che La grande bellezza sia un'ottima pellicola.

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  2. Un regista cazzuto, una fotografia magistrale e dei dialoghi che ti denudano. Aggiungiamoci la crema degli attori italiani (perchè oltre a Servillo, c'è un grande Verdone e tutta una serie di comprimari messi alla perfezione nel grande puzzle) e il gioco è fatto. Un film di cui essere davvero orgogliosi.

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