Possiamo scrivere una sceneggiatura seguendo due approcci distinti. Da un lato, possiamo raccontare una "Storia" e servirci dei personaggi come meri fattori scatenanti degli eventi.
Dall'altro lato possiamo invece raccontare dei "Personaggi", mostrando il loro io interiore mediante le scelte che compiranno di fronte agli ostacoli che noi autori porremo loro davanti.
Bene, Il capitale umano segue decisamente questo secondo approccio.
Gli sceneggiatori cuciono addosso ai personaggi una storia tutto sommato semplice, col fine unico di porre i protagonisti di fronte a delle scelte. Ed è proprio la quotidianità delle loro vite a renderli tanto vivi e vicini alle debolezze insite in ognuno di noi. Gli autori invitano così lo spettatore a guardarsi dentro, ma lo fanno senza la saccenteria tipica di tanti prodotti del cinema di genere. E questo è un bene.
Registicamente parlando, la pellicola è di altissimo livello. Gli attori, ottimamente diretti, sono ben inquadrati nei loro ruoli ed il montaggio non cronologico aggiunge agli eventi un inaspettato pizzico di thriller. Questi fattori rendono Il capitale umano una piccola perla collocata tra i migliori film italiani degli ultimi anni.
Consigliato a:
Chi ama i film ben scritti.
Sconsigliato a:
Chi si lascia spaventare dai ritmi pacati e riflessivi del cinema drammatico.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.